Che strano ragazzo

Il libro:

dalla sacca del Don al carcere repubblichino
per la nostra Italia

Autore: Ferdinando Pascolo “Silla”
Editore: Aviani&Aviani editori
ISBN: 978-88-7772-130-3

Dalla prefazione di Toni Capuozzo

“Che strano ragazzo” è uno strano, bel libro. Perché le nostre biblioteche e le nostre librerie sono colme di libri di memorie, di protagonisti importanti o minori, che si aggirano attorno fatti grandi o minuti della nostra storia collettiva, ma un libro come questo, quasi controvoglia, quasi strappato all’autore, non c’è. Dico quasi controvoglia non perché il protagonista, Ferdinando Pascolo, abbia guardato gelosamente fatti o episodi i cui retroscena dovevano essere nascosti come per giuramento. Sì, qui ci sono fatti ed episodi – basti pensare all’assalto al carcere di via Spalato – che acquistano una luce diversa, rispetto all’ufficialità retorica, ma non è questo a spiegare il lungo silenzio, rotto sulla soglia dei novant’anni. È che Pascolo Ferdinando è non solo uno strano ragazzo, ma anche uno strano coscritto, e poi uno strano militare, e infine uno strano partigiano. Ha attraversato combattendo gli anni più duri della nostra storia, ma non ha mai ucciso nessuno, e ha salvato chi poteva.

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L’autore:

Ferdinando “Silla” Pascolo nasce a Gemona del Friuli il 24 ottobre 1919. Suo nonno Antonio con suo padre e i suoi zii avevano una farie, in Via Cella, e vantavano una tradizione secolare di artigianato di grande qualità, che insegnarono a Udine, presso quell’istituto che ora si chiama Malignani, alla scuola professionale di Gemona del Friuli e in Trentino.

Ferdinando, militare nella campagna di Russia, portò a termine azioni che si rilevarono determinanti per la sopravvivenza di centinaia, forse migliaia di persone.

Dopo l’8 settembre militò tra i partigiani, con il nome di Silla. Fu carcerato in Via Spalato e dopo varie vicende fu fatto fuggire dal direttore delle carceri per evitare che la polizia nazista lo interrogasse e lo torturasse per estorcergli segreti dell’attività del CLN.

Come Silla si presentò ai partigiani di Gemona del Friuli e riuscì a evitare che, proprio nel carcere della sua città natale, si verificassero episodi di maltrattamento dei prigionieri e si praticasse una sommaria resa dei conti.

Ferdinando “Silla” Pascolo muore nella sua casa di Udine il 28 aprile 2011.

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Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione del Friuli Venezia Giulia

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