Ferdinando “Silla” Pascolo giunto a novant’anni rompe il riserbo durato una vita e decide di narrare le vicende della guerra di Russia e della lotta di liberazione di cui è stato protagonista.
Nelle sue azioni non è spinto da scontate ideologie politiche ma dall’altruismo e per questo la sua visione degli accadimenti si distingue dalle versioni “ufficiali”.
Scrive “Se ammazzi qualcuno, però, il prezzo della tua azione lo pagano gli altri e nel nostro caso la proporzione delle rappresaglie era di dieci a uno. Un costo troppo alto da accettare. Io, poi, con i tedeschi avevo un debito d’onore: mi avevano dato carne e pane a Dnepropetrowsk. Non potevo dimenticarlo e non riuscivo a non vedere l’essere umano che stava sotto la divisa.”
Il libro, avvincente nel racconto di fatti realmente accaduti, contiene un forte messaggio di umanità.
A proposito del libro, Claudio Magris così si è espresso: “… è veramente un libro bellissimo, pieno di freschezza e di verità, di -credo inconsapevole- forza epica. È la tessera di un mosaico, o meglio di quello che potrebbe e dovrebbe essere il mosaico di un’altra Italia.”
“Ci sono delle pagine bellissime come quella, veramente indimenticabile, dell’incontro con la ragazza malata che muore poco dopo … spero che il libro abbia tutti gli onori che si merita.”
Filmato Rai Storia 150° dedicato a Ferdinando Pascolo “Silla” (clicca sul blu)